Lo spoglio delle schede procede a rilento.
L’esito delle elezioni regionali sarde rischia di far discutere in ambito nazionale. Secondo gli exit-poll, Il Centro-Destra, che si presenta unito non sfonda ma si troverebbe in testa seppure di una incollatura rispetto a Zedda. I 5 Stelle invece confermano gli arretramenti annunciati dai test più recenti.
Le “Regionali”, lo sappiamo tutti, non mantengono quello status di “elezioni amministrative” che si riconosce invece nelle consultazioni comunali. Le competenze attribuite dalla nostra Costituzione alle Regioni sono in qualche modo politico. Logico quindi che risentano degli umori derivanti dall’andamento politico nazionale.
Quello che sorprende, se l’andamento dello scrutinio venisse confermato, è la rinascita del Centro-Sinistra. Parallelamente al cedimento dei pentastellati, pare poter dedurre che i voti transfughi dal movimento di Grillo siano confluiti nel Centro-Sinistra. Da parte sua la coalizione di Salvini, Berlusconi e Meloni non avrebbe invece beneficiato del ritorno alla formazione tipo. O almeno non quanto ci si aspettava.
L’analisi
Il voto sardo, se quasi certamente non creerà ripercussioni a livello di Governo, come Berlusconi sperava, certamente porrà quesiti a Salvini. È presto per dirlo, ma se la Lega dovesse accorgersi di restare il partito trainante dell’attuale coalizione, ma si ritenesse in qualche modo frenata dagli alleati, potrebbe anche decidere di svincolarsi.
Il successo, che si annuncia comunque parziale, di Zedda, potrebbe invece rinvigorire le aspettative del Centro-Sinistra. E ora che sta cadendo la pregiudiziale delle alleanze da parte del M5S si potrebbe verificare anche un avvicinamento tra le due parti.
Di Maio non può prescindere infatti dalle attenzioni nei confronti di una Lega che sta fagocitando consensi, e potrebbe anche spostare il proprio asse verso un partner sicuramente meno aggressivo e in qualche modo più vicino ideologicamente.
In questo caso, aldilà del governo regionale sardo, che verosimilmente sarà di centro destra, queste consultazioni potrebbero dimostrarsi un boomerang per il partito di Berlusconi.
Diverso potrebbe essere il discorso riguardo a Fratelli d’Italia. Per il partito della Meloni potrebbero aprirsi invece due prospettive opposte. La prima, più semplice da attuare in questo momento, è quella di un maggiore apparentamento con Salvini. La seconda, forse più rischiosa ma certamente più coerente con lo spirito del partito, sarebbe quella dell’opposizione costruttiva.
L’avvicinamento di FdI alla Lega potrebbe a breve non avere più il diniego di Di Maio. Un allargamento di consensi darebbe al M5S una boccata di ossigeno. Ma probabilmente farebbe perdere alla Meloni il consenso degli scontenti di Destra che non si riconoscono nella Lega.
Una situazione che certamente verrà dibattuta nei prossimi giorni anche alla luce dei risultati delle varie liste.